Diventa un fatto di cronaca la lotta fra la pirateria informatica, che con il file sharing porta milioni di utenti a scaricare gratis contenuti che dovrebbero essere a pagamento, e le forze governative statunitensi. Il governo americano riceve fortissime pressioni dalle lobby delle case discografiche e da chiunque rivendichi l’originalità e l’esclusività dei propri contenuti, per cui diventano sempre più frequenti gli arresti ed i processi per reati di pirateria informatica.
L’FBI ha arrestato ieri, il collaborazione con il Dipartimento della Giustizia americano, i fondatori del siti Megavideo e Megaupload, leader nella condivisione di file. fra di essi il principale è stato Kim Schmitz, uno dei principali ideatori del sito, che permette di condividere imponenti archivi di film, musica e software. Secondo le accuse i siti di Schmitz avrebbero provocato ai legittimi proprietari mancati guadagni per 500 miliardi di dollari.
I fondatori dei due siti di file sharing sono stati arrestati in Nuova Zelanda, dove risiedono, su richiesta delle autorità degli Stati Uniti. Il provvedimento giudiziario non arriva casualmente oggi, ossia il giorno dopo lo sciopero di 24 ore di internet contro il provvedimento in discussione al Congresso americano, che prevederebbe delle fortissime limitazioni per la libertà di informazione online per siti come Google e Wikipedia.
L’attacco contro Megavideo e Megaupload non è stato però lasciato impunito e la comunità degli hacker ha provveduto a rispondere al fuoco governativo rendendo irraggiungibilii i siti del Dipartimento di Giustizia americano, della casa discografica Universal, della Recording Industry Association of America e della Motion Pictures Association of America.
Insomma, il terzo millennio vede adesso il combattimento di nuove forme di guerra, su campi di battaglia e con soldati decisamente poco convenzionali, ma non per questo meno importanti. La verità è che la necessità di regolamentare il far west di internet è una necessità ormai riconosciuta da tempo dai governi, ma al momento tutte le proposte legislative in tal senso hanno finito più con l’essere un bavaglio che un miglioramento. Chi vincerà: i pirati della libera informazione o i giganti del copyright?
Bene... adesso COME CAVOLO FACCIAMO? é_é